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La storia di Sophie: Au Pair in Nuova Zelanda

Di Sophie il May 25, 2020
La storia di Sophie: Au Pair in Nuova Zelanda
Kia Ora! Mi chiamo Sophie Pfaff, ho 20 anni e vivo a Limburgerhof, in Germania. Fino a poco fa ero un’Au Pair a Invercargill in Nuova Zelanda, ma le condizioni attuali non mi hanno permesso di finire la mia esperienza. Ecco la mia storia:
 

 
È iniziato tutto quando a 16 anni e ho ricevuto una borsa di studio dallo Stato (Parlamentarisches Patenschafts Programm) per vivere negli Stati Uniti. Sono stata collocata presso una carinissima famiglia ospitante a Springtown, Texas. Ho frequentato un anno di scuole superiori presso il liceo della città e ho vissuto con altri due studenti dello scambio in una fattoria. Ho fatto parte del club di teatro e del calcio, suonavo il flauto e nell’orchestra e il sassofono in un gruppo jazz. Durante lo scambio il mio inglese è migliorato tantissimo, ho scoperto nuove culture e persino me stessa. Sono diventata più matura, anche nell’organizzare i miei risparmi, e ho fatto amicizie durature. La cosa più importante è che ho imparato ciò che è davvero importante per me, ovvero viaggiare e scoprire il mondo. Mi sono ripromessa di riprendere a viaggiare una volta finito il liceo, e di vivere in un altro paese.
 
Mi è sempre piaciuto prendermi cura e insegnare ai bambini, forse anche perché sono la più grande di nove nipoti. Ho sempre saputo di voler fare la maestra elementare, perciò ho deciso di diventare Au Pair in un paese di lingua inglese dopo il diploma. La famiglia che ho trovato stava cercando un’Au Pair tedesca che potesse aiutarli con i bambini per 6 o 12 mesi. Il tempismo non poteva essere migliore. Ho espresso subito il mio interesse e ho mandato la mia richiesta. Abbiamo cominciato a conoscerci per email e Skype e ho incontrato anche una delle loro Au Pair precedenti per un caffé. Ci siamo trovati bene fin da subito, ho firmato il contratto e prenotato il mio biglietto aereo due settimane dopo, agli inizi di agosto 2018. Per lavorare in Nuova Zelanda ho avuto bisogno di richiedere un visto Working Holiday online. Ho dovuto riempire un formulario e caricare una copia del mio passaporto. Nel giro di un giorno ho ricevuto il visto da stampare e da portare con me
 
Vivere all’estero non è facile, ha i suoi pro e contro, come tutte le cose, ma i pro superano sempre i contro. Esplori nuove culture e nuovi stili di vita, scopri aspetti inediti di te e crei ricordi indelebili. Ti cambia positivamente! Mi considero una persona socievole ed estroversa, sicuramente un vantaggio quando si tratta di fare nuove amicizie all’estero.

Paure e dubbi sono parte dell’esperienza all’estero. La mia preoccupazione era che i bambini non si abituassero alla mia presenza ma mi sono ricreduta subito dai primi giorni.
 
Ricominciare a parlare inglese non è stato difficile per me, come potete immaginare, mi è mancato moltissimo! Da quando sono tornata in Germania, ho solo letto libri e guardato film in inglese, e ancora oggi sogno in inglese. Prediligerò sempre l’inglese al tedesco. Date le mie conoscenze pregresse, non ho avuto difficoltà a comunicare con la famiglia. L’unica differenza era che io avevo un accento americano e loro un accento Kiwi, con lessico britannico. Capivo le loro battutte ed ero in grado di rispondere, a volte ci sono stati malintesi e risate su parole come diapers e nappies, pram e stroller, così come craig day e crate day (una festa Kiwi). Alla fine ho preso l’accento Kiwi e ho quasi del tutto sostituito il mio vocabolario americano con quello british. Ogni volta che aprivo bocca le persone provavano a indovinare da dove venivo. Nessuno ha azzeccato la Germania, per loro ero americana, neozelandese o australiana… Missione compiuta!
 
La mia avventura ha avuto ufficialmente inizio l’11 aprile 2019, una settimana dopo la fine della scuola. Valigia pronta con vestiti, accessori da viaggio e regali per la mia nuova famiglia. Ho viaggiato per 3 giorni prima di giungere a destinazione: la famiglia Kawau a Invercargill. Laura, l’Au Pair precedente, mi è venuta a prendere all’aeroporto a Queenstown. Durante le due ore di macchina per Invercargill, ho ammirato il paesaggio neozelandese dal finestrino e Laura mi ha raccontato della famiglia. Siamo arrivate nel tardo pomeriggio dove Anneke, la mamma, mi ha accolto insieme al padre, Jason, e ai tre bambini, Rio, Opi e Zinzan. Abbiamo cenato insieme e ho giocato con i bambini, per crollare a letto poco dopo.
 
Mi sono presa cura dei tre bambini per quasi un anno. Occuperanno per sempre un posto speciale nel mio cuore. Sì, badare a bimbi di uno, quattro e sei anni può essere stressante ma è divertente e si impara davvero tanto.
 
Rio è ora una bambina di 7 anni e va già a scuola. È gentile, dolce e avventurosa, mi ha sempre dato una mano.
 
Opi ha compiuto 5 anni a maggio e comincerà presto la scuola. Quando ero Au Pair, andava all’ultimo anno di asilo e ha sempre amato giocare e imparare cose nuove. Rideva tantissimo e adorava giocare con i suoi fratelli.
 
Il più piccolo dei tre è Zinzan, anche detto Zinny. Aveva solo 7 mesi quando sono arrivata. Durante la mia esperienza Au Pair ha cominciato a gattonare, a camminare e a correre in giro, parlando più tedesco che inglese, cercando di stare al passo con i suoi fratelli più grandi. Eravamo un team imbattibile, ci siamo sempre goduti ogni momento e niente è mai stato un problema.
 
La mia giornata iniziava con una corsa di 5km attorno al Queens Park o in palestra con la mamma alle 6. I genitori ospitanti andavano a lavoro alle 8:30, lasciando Rio e Opi a scuola e all’asilo. Anneke era proprietaria di un’agenzia immobiliare, mentre Jason lavorava partime come allenatore di rugby di una squadra locale. Da gennaio a giugno invece ristrutturava e rivendeva case. Mentre tutti erano fuori, io e Zinzan rimanevamo a casa. Ogni mattina facevamo colazione insieme e sistemavamo un po’ casa, facevamo la lavatrice, pulivamo e il venerdì andavamo a fare la spesa o cucinavamo. Poi andavamo al parco, allo zoo, io incontravo altre Au Pair in piscina con i loro bimbi, e chiacchieravamo mentre i piccoli andavano al miniclub. A volte io e Zinny andavamo anche in spiaggia o a fare delle camminate.
 
Prendersi cura di un bimbo di 7 mesi è un’enorme responsabilità, dato che ha bisogno di costante attenzione. Mi ha dato un assaggio di cosa significa essere mamma. La mia routine comprendeva il sonnellino, cambiare i pannolini, dargli il biberon, fargli mangiare frutta e verdura e uscire il più possibile. Ovunque andavamo, avevo con me lo “zaino Zinny”, pieno di pannolini, latte in polvere, cibo, vestiti puliti e salviette. La mia macchina, Carlo, era una vera auto alla Mary Poppins, sempre piena di libri, fazzoletti e con la giostrina sospesa per il seggiolino di Zinny. Se c’è qualcosa che ho imparato durante questa esperienza, è di essere sempre preparati. Spesso venivo scambiata per la madre e il fatto che eravamo entrambe bionde non aiutava. Inoltre chi aveva il tempo di spiegare che cosa facevo alle signore che incontravo al fruttivendolo?
 
Alle 14:15 circa io e Zinny andavamo a prendere Opi. L’asilo e la scuola non erano lontani, perciò io e Zinny ci arrivavamo a piedi. Portavo anche le bici dei bimbi, insieme ai loro caschi, la merenda e l'acqua. Opi mi correva sempre incontro all’uscita di scuola e adorava prendre lo scooter fino a scuola di Rio, specialmente quando c’erano le pozzanghere. I bimbi adoravano fare il picnic e giocare alle giostre mentre aspettavamo Rio. Ogni volta che avevamo tempo, i bimbi trascorrevano ore al parco, prima di tornare a casa.
 
A casa i ragazzi sapevano che cosa fare e amavano spuntare le cose dalla lista. Rio e Opi mettevano via le scarpe, le giacche e le borse e mettevano i cestini del pranzo sul bancone, così io potevo preparare nuovi pranzi, mentre loro si godevano il tè del pomeriggio. Felici e con la pancia piena, Rio iniziava a a fare i compiti, mentre Opi e Zinny giocavano con le macchinine o costruivano insieme i Lego.
 
La maggior parte delle nostre giornate erano sempre piene di attività dopo la scuola come il nuoto e la danza, il calcio, l'atletica, le lezioni di ukulele o il touch rugby.
 
Abbiamo sempre trovato il tempo di correre in giardino, saltare sul trampolino, andare in piscina, cuocere torte, esplorare la spiaggia, andare in bicicletta al parco o semplicemente rilassarci sull'amaca, leggere un libro o fare una festa di ballo. Potete immaginare che non ci siamo mai annoiati ed eravamo sempre impegnati.
 
Di solito lavoravo 40 ore alla settimana il lunedì, martedì, giovedì e venerdì, mentre il mercoledì e il fine settimana ero quasi sempre libera. Mentre durante il fine settimana esploravo il paese, il mercoledì iniziavo andando in palestra alle 9.30, poi al mio bar preferito, dove passavo ore a lavorare sul mio blog. Ho usato il mio tempo libero per pianificare i viaggi, rimanere in contatto con la famiglia, fare commissioni e finire la giornata con gli allenamenti di calcio presso la squadra femminile locale.
 
Ad essere onesti, non c'era nulla che non mi piacesse della mia esperienza. Ho avuto l'opportunità di viaggiare la maggior parte dei fine settimana, con altri amici Au Pair, sempre avventurosi e mai noiosi. Non c'è stato un solo fine settimana in cui non sia successo qualcosa di folle. La Nuova Zelanda è un paese con una varietà di paesaggi mozzafiato, strade panoramiche, attività adrenaliniche. Naturalmente, ho dovuto provarle tutte. Dal bungee jumping, al motoscafo, saltare da un aereo, immergersi con i grandi squali bianchi, sorvolare i ghiacciai con l'elicottero, nuotare con i delfini all'alba, fare escursioni fino alla cima per godersi il bellissimo panorama o semplicemente esplorare una città. La Nuova Zelanda ha tutto.

Essere un Au Pair per un anno significa anche avere quattro settimane di vacanza pagate all'anno. Questo mi ha permesso di visitare le Fiji per una settimana e di vedere la mia famiglia a Singapore per Natale, cosa che non darò mai per scontata. Scegliere una top 5 non è così facile come si pensa, soprattutto perché ogni fine settimana ha la sua storia.
 
Il primo mese sono stata a Wanaka, con tre amici tedeschi alla pari. Lena ed io abbiamo deciso di saltare da un aereo e non mi sono mai sentita così viva. La mattina dopo mi sono svegliata alle 3 del mattino per fare cinque ore di cammino e vedere l'alba dalla famosa cima del monte Roy. L'escursione è stata estenuante, ma per vedere i primi raggi di sole ne è valsa la pena.
 
La mia seconda avventura preferita è stata alla fine di agosto. Il monte Cook è la montagna più alta della Nuova Zelanda e uno dei luoghi più visitati. Naturalmente, dovevamo vederlo, e ci siamo recati lì in inverno per vedere la montagna coperta di neve. A mezz'ora di distanza dal monte Cook c'è il lago Pukakhi, un lago gigante con acqua blu cristallina. Dovete vederlo voi stessi, è stato mozzafiato.
 
La mia crociera notturna a Milford Sound si è svolta a settembre. Milford Sound si trova nel magico Fjordland ed è l'attrazione più conosciuta della Nuova Zelanda. Per due giorni abbiamo avuto tutto il Sound tutto per noi, dove abbiamo fatto kayak attraverso fiordi altissimi e mozzafiato, ci siamo tuffati in acqua gelida, siamo stati sotto enormi cascate, abbiamo dormito su una barca, abbiamo mangiato cibo delizioso e abbiamo visto foche, pinguini, una balena e delfini.
 
Ci siamo diretti all'isola di Stewart alla fine di gennaio. Stewart Island è una bellissima isola naturale, a solo un'ora di traghetto da dove vivevo. L'isola ha solo 300 abitanti ed è semplicemente stupenda. Abbiamo fatto escursioni in posti bellissimi, ci siamo rilassati in spiaggia, siamo andati a pescare con la gente del posto e abbiamo fatto kayak mentre il sole tramontava tranquillo. L'isola di Stewart è anche conosciuta per la sua popolazione di kiwi. I kiwi sono uccelli che non volano e sono attivi di notte. Dotati di torcia rossa e sandali, ogni notte per due ore ci appostavamo per avvistare i nostri piccoli amici, sotto un cielo stupendo e pieno di stelle.
 
La mia ultima avventura è stata a Kaikoura, in furgone con un amico. Abbiamo nuotato con più di un centinaio di delfini mentre il sole sorgeva e il giorno dopo siamo andati a vedere le balene. Un incontro come nessun altro, che custodirò per sempre.
 
All'arrivo mi sono sentita accolta e questo è uno dei tanti motivi per cui non ho mai avuto nostalgia di casa. Da Au Pair, non mi sono mai sentita come un'impiegata bensì parte della famiglia. La maggior parte delle sere, quando i bambini dormivano, ci sedevamo insieme, parlavamo di tutte le cose della vita, discutevamo, bevevamo il tradizionale milo, e ci godevamo la reciproca compagnia
 
Vedo Rio, Opi e Zinzan, come i miei fratelli minori, che proteggerò sempre a tutti i costi e che avranno sempre un posto speciale nel mio cuore. Sono la mia famiglia, la mia whanau, e mi ha spezzato il cuore dir loro addio.
 
I kiwi sono noti per il loro atteggiamento amichevole, generoso, gentile, di sostegno, positivo e di apertura mentale. Al negozio di alimentari ti caricano le borse nel bagagliaio e ti fanno anche il pieno alla stazione di servizio -ndr. cosa non comune in Germania. L'atmosfera è rilassata e ti fa sentire il benvenuto ovunque tu vada. Ciò che contribuisce a creare questo clima speciale è che a nessuno sembra curarsi dello stile degli altri. Nonostante questo, quando entri in un negozio ti invitano gentilmente a toglierti gli stivali di gomma sporchi. Quindi, non stupitevi se vedete qualcuno che indossa calzini bucati al pub! Inoltre, sembra essere una tendenza andare in giro con pantaloncini e stivaletti di gomma o sandali! Alcuni kiwi guidano anche con calzini o sandali.
 
A quanto pare, i kiwi non hanno mai sentito parlare di riposo la domenica, dato che la maggior parte dei negozi e dei ristoranti sono aperti 7 giorni su 7, alcuni negozi come Night n Day sono aperti anche 24 ore su 24, 7 giorni su 7. I kiwi amano il loro caffè, soprattutto la gita in cui si incontrano gli amici mentre si gusta una buona focaccia o un muffin ai mirtilli. Tuttavia, se volete prendere un caffè dopo le 16.00, siete sfortunati. Chi ha bisogno di caffè d'altronde?
 
Sembra in Nuova Zelanda la sicurezza non sia curata, dato che non ci sono controlli per i voli interni, i semafori durano pochissimo, le auto sono senza airbag, le superfici irregolari, le strade sterrate, così come non ci sono cancelli quando si entra in seggiovia. Perché dovresti chiudere a chiave casa tua se il tuo vicino vive a 10 km di distanza? Per quanto ne so, le pecore non sono ancora in grado di aprire le porte. Saresti sorpreso di quanto velocemente ti puoi abituare al modo di vivere dei kiwi. In effetti, sarei più che felice se la Germania ne imparasse qualcosa.
 
Un anno pieno di opportunità, che non darò mai per scontato. Inoltre, vivere all'estero mi ha aiutato a trovare me stessa, a migliorare la mia conoscenza della lingua inglese, a conoscere nuove persone e a scoprirei miei punti di forza e le mie debolezze. Non solo essere un Au Pair è stato il modo più economico per vivere all'estero, ma mi ha anche dato l'opportunità di far parte di una famiglia locale e di conoscere meglio le diverse culture. Essere responsabile dei bambini piccoli, educarli e crescerli ha avuto un ruolo importante per me per diventare più matura e indipendente.
 
Sii coraggioso, sii gentile, sii te stesso!

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